giovedì 22 marzo 2012

2000 – Doppietta trionfale

Melbourne, 12 marzo 2000, G.P. d’Australia.Le F1-2000
di Michael Schumacher e Rubens Barrichello prima e seconda sul traguardo.
Dal muretto dei box, con la barba, si sporge esultando anche l’autore del dipinto.


Un successo squillante inaugura il Campionato del Mondo di Formula 1 che si disputa nell’ulti-mo anno del secondo millennio: Michael Schumacher è primo nel G.P. d’Australia, a Melbourne, davanti al suo compagno di squadra, il brasiliano di origine italiana Rubens Barrichello, che ha preso il posto di Eddie Irvine. Ma le troppe disillusioni accumulate negli anni hanno insegnato a non trarre auspici frettolosi. La macchina, comunque, sembra indovinata. Si chiama F1-2000 e nasce da un impegnativo lavoro di ottimizzazione della F399 dell'anno precedente. È più filante, ha un centro di gravità più basso, è più leggera, ha un motore di ingombri ancora più compatti, con una nuova architettura (l’angolo della V delle bancate è stato aumentato da 80° a 90°) e una potenza di 800 CV a 17.800 giri al minuto. L’inizio, ad ogni modo, ha un seguito lusinghiero: «Schumi» vince anche i G.P. del Brasile e di San Marino e guida la classifica del Mondiale con enorme vantaggio. La McLaren sembra afflitta da una crisi di affidabilità ma ben presto si riprende e i suoi piloti Häkkinen (primo in Spagna) e Coulthard (primo in Gran Bretagna e a Monaco) incominciano ad accorciare le distanze. Schumacher riesce ad aumentare di nuovo il suo vantaggio imponendosi al Nürburgring e a Montréal, ma poi per tre Gran Premi consecutivi (Francia, Austria e Germania) non coglie punti e, a Buda-pest, Häkkinen lo supera in classifica, rafforzando inoltre la sua posizione a Spa. Le cose, ancora una volta, sembra-no prendere una piega purtroppo ben conosciuta a Maranello.
Ma l’ora della riscossa è vicina. Schumacher si afferma nel G.P. d’Italia, riducendo a due punti il suo distacco da Häkkinen. Poi fa il bis nel G.P. degli Stati Uniti, che per la prima volta si disputa a Indianapolis, su un circuito inedito ricavato all’interno del famoso «ovale», e torna al comando. Dopodiché, proseguendo sullo slancio, «Schumi» chiude la partita vincendo anche il G.P. del Giappone e conquistando in tal modo il suo terzo titolo mondiale, il decimo per un pilota della Fer-rari. Ma non è finita. Passano due settimane e Michael infila la quarta vittoria consecutiva (nona della stagione, con nove pole position) che permette alla  Ferrari di arrivare a quota dieci anche nei titoli mondiali per costruttori di Formula 1. Il conseguimento di questo risultato è dovuto anche all’apporto determi-nante di Rubens Barrichello e ai punti da lui conquistati con la sua affermazione nel G.P.  di Germania e con altri dodici piazzamenti, su un totale di diciassette Gran Premi.

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.

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