mercoledì 21 marzo 2012

1976 – Successo «dimezzato»

Clay Regazzoni sulla 312 T2, la F1 del 1976 che consentirà alla Ferrari di rivincere uno dei due titoli mondiali conquistati nella stagione precedente: quello per i costruttori.
Nei ritratti, Niki Lauda e Carlos Reutemann.


Alla vigilia le previsioni sono concordi: tecnici, giornalisti, addetti ai lavori ritengono che il Cam-pionato Mondiale 1976 vedrà una facile conferma della superiorità che la Ferrari e i suoi piloti han-no mostrato nella stagione precedente. E i primi tre Gran Premi, infatti, sono appannaggio di Lauda (Brasile e Sudafrica) e di Regazzoni (USA Ovest). La tendenza pare rafforzarsi con l’esordio in corsa della 312 T2 (12 cilindri a 180°, 2992 cm3, 500 CV), alla guida della quale Lauda si afferma an-che nei G.P. del Belgio e di Monaco. A questo punto, per il pilota austriaco, che ha accumulato 33 punti di margine su James Hunt, alfiere della McLaren, i giochi sembrano fatti.
Invece il 1° agosto, al secondo giro del G.P. di Germania, al Nürburgring, la monoposto di Lau-da sbanda, urta il guardrail e rimbalza in pista incendiandosi. Niki, soccorso coraggiosamente da Merzario, Edwards, Ertl e Lunger, è salvato dalle fiamme, che nondimeno gli hanno provocato gra-vi ustioni. Si riprende peraltro a velocità stupefacente e dopo appena 37 giorni è a Fiorano, di nuovo al volante. Il 12 settembre, ancora sofferente, con stoica tenacia disputa il G.P. d’Italia e conquista il quarto posto. Hunt lo avvicina imponendosi inesorabilmente nei due G.P. successivi (Canada e USA-Est), ma il ferrarista resiste e mantiene sull’avversario inglese un vantaggio di tre punti alla vigilia dell’ultima corsa, il G.P. del Giappone.Quando viene data la partenza, dal cielo del Fuji cade una pioggia torrenziale. Lauda non ha ancora recuperato in pieno, ha dei disturbi alla vista e non se la sente di correre in quelle condi-zioni. Così, al secondo giro, rientra al box e si ritira. Poco dopo, ironicamente, la situazione meteorologica migliora. Comunque Hunt è terzo, alle spalle di Mario Andretti e di Patrick Depailler: se Regazzoni, che lo segue in quarta posizione, riuscisse a supe-rarlo, Niki avrebbe ancora la possibilità di laurearsi campione. Ma Regazzoni non ha dimenticato che due anni prima, quando in corsa per il Mondiale c’era lui, Lauda non gli aveva certo dato una mano, e quindi non è proprio indotto a impegnarsi al limite. Non si ferma a cambiare le gomme, proseguendo con quelle deteriorate fino all’arrivo e, in definitiva, non può impedire a Hunt di clas-sificarsi al terzo posto e di cogliere i quattro punti che gli valgono il titolo. La squadra di Maranello mantiene comunque il proprio primato nella graduatoria dei costruttori. La drammatica stagione è fi-nita. Clay Regazzoni lascia la Ferrari per la Ensign e il suo posto viene preso da Carlos Reute-mann, che ha già guidato la 312 T2 nel G.P. d’Italia.

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.

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