martedì 18 dicembre 2012

Schede telefoniche dedicate ai treni

Schede telefoniche dedicate ai treni a vapore 
e ai primi treni aerodinamici
Esempio di scheda telefonica dedicata ai treni
“Locomotiva Roket”
La locomotiva "Rocket" di George Stephenson, costruita in Inghilterra nei primi anni del 1800. 
La Rocket era una locomotiva che per prima all'epoca adottava un nuovo sistema caldaia-scappamento.La caldaia era di tipo tubolare con 25 tubi surriscaldati dal focolare, 
con fomo e griglia separati, che permettevano di dare alla macchina maggiore 
potenza e soprattutto miglior rendimento, ulteriori accorgimenti tecnici permisero alla Rocket, 
nella corsa di prova, di trainare un treno di 14 tonnellate alla velocità massima di 46 km/h riuscendo a mantenere una velocità media di circa 26 km/h.
 
“Bayard” Ferrovia Napoli-Portici
Costruita nel 1839 in due soli esemplari, potenza 65 CV, a due assi ( 7 t in servizio ), velocità massima  50 Km\h, rodiggio: 1-1-, diametro ruote motrici 16800 mm. lunghezza tra i respingenti: n.d, pressione massima in caldaia  3,5 Kg/cmq, numero cilindri: 2 interni, distribu-zione ad eccentrici, massa in servizio 13 t. È stata la prima locomotiva a circolare sui binari italiani il giorno 3 ottobre 1839 sulla linea Napoli-Portici. Nel 1939, in occasione del centenario dell’inaugurazione della linea, le Officine di Firenze costruirono su disegni originali la copia della locomotiva, esposta attualmente al Museo FS di Pietrarsa (NA),e perfettamente funzionante

 “Locomotiva Jupiter 4-4-0”
La prima 4-4-0 fu sviluppata da Henry R.Campbell, capo ingegnere della compagnia Philadelphia Germantown & Norristown Railway. Le locomotive a vapore con rodiggio 4-4-0 hanno due assi guida e due assi motori accoppiati, con tre puntidi appoggio, uno per il carrello ed uno per ogni asse, configurazione che è conosciuta anche comeAmerican (secondo Railway Gazzette del 1872) ed è stata la più diffusa tra i primi modelli di locomotivenel Nord America. Si consideri che in diverse versione nella prima metà del 19° secolo ne sono stati costruiti più di 25.000 esemplari. Tra le più famose ci furono la Jupiter, la General e la Genoa.

Locomotiva FD21 n. 2970La Ferrovia Transiberiana è la ferrovia che attraversa l’Eurasia, che collega la 
Russia europea, con le sue grandi regioni industriali e la capitale russa, alle regioni centrali 
della Siberia e quelle orientali. La sua lunghezza di 9.288,2 km ne fa la ferrovia più 
lunga nel mondo. Fu per la prima volta presentata con grande sfarzo all'Esposizione
 universale di Parigi del 1900, con il nome di Train Transibérien.L'inizio ufficiale: 
il 31 maggio 1891 si tenne la cerimonia, vicino a Vladivostok, la posa delle rotaie 
terminò il 3 novembre 1901, quando i costruttori della ferrovia cinese-orientale incontrarono 
quelli della Transiberiana, appunto.


Serie 05 DR
La metà degli anni ’30 segnò l’apogeo delle ferrovie tedesche.
Tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 alcuni costruttori misero a punto locomotive 
ad alta velocità, in grado di viaggiare a oltre 150 km/h. Nel 1934 la Deutsche Reichsbahn 
ordinò alle officine Borsig una locomotiva con rodaggio 232 capace di raggiungere 
i 175 km/h trainando un treno da 250 tonnellate. 
L’esemplare 05 001, ultimato nel giugno del 1935 raggiunse i 200,7 km/h in testa ad un 
treno di 205 tonnellate sulla Amburgo-Berlino. La carenatura delle 05 si rivelò 
molto efficace e queste macchine sostituirono degnamente le Pacific.

Asia Express SL7
Verso la metà degli anni ‘30 il Giappone occupò la Manciuria  e sviluppò moderne 
e potenti locomotive in scartamento standart per la South Manchuria Railway. 
Tra queste locomotive a vapore sviluppò le “Pacific” care-nate, serie SL7 e SL8  
che dopo la seconda guerra mondiale vennero incorporate nella rete nazionale cinese. 
L’Asia Express SL7 raggiunse una velocità massima di 130km/h.  
La sigla SL significa “Shengli”, tradotto dal cinese “vittoria”. La SL7-751
oggi si trova al Sujitan Museum.

Hudson F7
Treni carenati americani, le eccezionali locomotive Hudson tipo F7 dotate di alettoni 
nella parte posteriore, trainavano il mitico Hiawatha, il treno a vapore più veloce del mondo. 
Le sei locomotive della serie Hudson, conosciute con il nome F7, 
furono consegnate nel 1937 e suscitarono grande scalpore per i colori sgargianti 
e intonati alla livrea del treno e per l’incredibile potenza. Si pensa abbiano raggiunto 
una velocità di punta di oltre 200 km/h nell’ambito del servizio normale, 
in testa a treni di 12 vetture del peso di 550 tonnellate. 
L’utilizzo di queste locomotive terminò durante gli anni ’40 con il passaggio alla trazione 
diesel, le cui prestazioni si rivelarono nettamente inferiori.

221 serie 12 n. 12 004
Questa serie venne lanciata nel 1939 dalla Société Nationale des Chemins de fer Belges (SNCB) per la trazione dei treni rapidi tra Bruxelles e Ostenda: impiegava esattamente 
un’ora viaggiando sulla tratta alla velocità media commerciale di 121 km/h. 
Era una locomotiva con cilindri interni, posti tra i longheroni del telaio, al di sopra del 
carrello e raggruppati uno vicino all’altro. L’unico inconveniente della disposizione interna 
dei cilindri era la scomodità di accesso durante le operazioni di manutenzione. 
Avevano una carenatura che avvolgeva la locomotiva in modo assai più completo 
e armonioso, anche il tender era carenato, il tutto era verniciato in verde scuro 
ravvivato da strisce di colore giallo vivo.
 

“Argentina” Locomotiva a Vapore 4-8-0  
Nel 1948 in Argentina un uomo ebbe la visione di ciò che la locomotiva vapore avrebbe 
potuto e dovuto essere. Quell'uomo era l'Ing. Livio Dante Porta (1922-2003) 
e la locomotiva era una 4 cilindri con scartamento ridotto 4-8-0, che tutt'oggi detiene 
una serie di record mondiali. “Argentina” è una tra le locomotive a vapore più importanti 
del XX secolo. Durante il processo di realizzazione, egli produsse una delle più 
notevoli e memorabili locomotive di tutti i tempi. 
Al suo collaudo “Argentina” uguagliò o semplicemente migliorò tutti i record di efficienza esistenti.

“Big Boy” Locomotiva a Vapore 4-8-8-4
Costruita nel 1941, quando la potenza delle locomotive Challenger 4-6-6-4 non venne 
più ritenuta sufficiente per superare le pendenze nello Utah sulla linea Chicago - Los Angeles 
e furono costruite negli stessi stabilimenti della Alco a Schenectady, queste 4-8-8-4 
con ruote motrici da 170 cm di diametro e cilindri da 60x80 cm.  
Il nome "Big Boy" fu scritto da qualcuno con il gesso sulla camera a fumo durante 
la costruzione della macchina da uno degli addetti alla realizzazione della locomotiva stessa 
e fu da allora usato per questo tipo di locomotiva. Questa unità fu in esercizio fino al 1962.
 
“Duchess of Sutherland”  
Classe Princess Coronation, tipo 4-6-2 Pacific della LMS. La locomotiva è stata restaurata 
con verniciatura in lacca rossa LMS, con finiture, lettere e numeri in foglia d'oro, 
ed ha ora l'aspetto che aveva nel 1946 - dotata di doppio camino e deflettori di fumo. 
Più di 63 anni dopo che fu messa per la prima volta in servizio dalla L.M.S.,
e dopo 37 anni di attività, ha già trainato speciali treni passeggeri attraverso alcune delle 
sue tratte originarie ed oltre, mostrando splendide prestazioni. 
Ora è divenuta finalmente una vera icona nel mondo della conservazione ferroviaria, 
dopo aver trainato il Royal Train, nell'ambito delle celebrazioni 
per il Giubileo d'Oro di Sua Maestà la Regina in Galles

Schede telefoniche aerei

schede telefoniche aerei storia dei primi voli
dai primi voli alle trasvolate oceaniche
Esempio di scheda telefonica, seguono le immagini dei bozzetti.

l Wright Flyer, ideato e costruito dai fratelli Wright è considerato da molti il primo velivolo 
a motore pilotato. Il primo storico volo avvenne il 17 dicembre 1903, durò 12 secondi, 
per una distanza di solo 37 metri; il secondo volo di 59 secondi raggiunse una distanza
di 266 metri. L'aereo non possedeva un vero carrello ma era munito di un pattino 
che scivolava su una guida in legno ancorata al terreno.

Il monoplano Blériot XI è famoso per la traversata della Manica effettuata nel 1909. 
Il motore italiano Anzani da 25 CV, le competizioni sportive, le doti di robustezza, 
praticità e facilità di pilotaggio lo resero diffusissimo. 
Nel 1915, all'entrata in guerra l'aviazione italiana disponeva di 6 quadriglie 
dotate del monoplano Blériot.

L’aereo da caccia Spad XIII era un biplano monoposto prodotto durante la prima 
guerra mondiale dalla SPAD, sigla che identificava l’azienda francese 
Société (anonyme) Pour l'Aviation et ses Dérivés.
Fu uno dei migliori velivoli del conflitto e uno dei velivoli prodotti in maggior numero: 
8.472 esemplari con ordini per altri 10.000 che vennero cancellati con l'armistizio.

Il triplano Fokker Dr.I è il più famoso aeroplano da caccia tedesco prodotto durante 
la prima guerra mondiale. Fu il Dr.I il velivolo sul quale volò il leggendario 
Manfred Von Richthofen conosciuto come il Barone Rosso che con questo 
piccolo e agile caccia ottenne le sue ultime 21 vittorie.


La più celebre impresa del bombardiere Vickers "Vimy " fu la traversata 
senza scalo dell'Atlantico, una prodezza compiuta da due piloti inglesi, John Alcock 
e Arthur W. Brown. Il 14 giugno 1919, decollando da un campo nei pressi di 
St. John, a Terranova, i due sorvolarono l'Atlantico coprendo una distanza di 3042 Km. 
e la mattina del giorno dopo atterrarono a Clifden, in Irlanda


Il 6 Aprile 1924 una piccola flottiglia di quattro idrovolanti Douglas "World Cruiser": 
il "Seattle", il "Chicago" il "Boston" e il "New Orleans" partì da Seattle per il giro del mondo 
solo due fecero ritorno Seattle, punto di partenza, il 28 settembre 1924.
II "Giro aereo del mondo in 70 tappe", un'impresa davvero notevole,
coprì una distanza totale di 42.000 chilometri.


Charles Lindbergh e lo” Spirit of St. Louis” Ryan NYP, il primo uomo 
ad attraversare in aereo l’oceano senza scalo.
Il 20 maggio 1927 decollò dall’aeroporto di New York con destinazione Parigi, 
dopo 33 ore e mezza Lindbergh atterrò a Parigi ormai nel buio della sera.

Savoia-Marchetti S.55X.
L’'arrivo a New York, uno degli scali, della formazione di idrovolanti guidata dal 
ministro dell’aviazione Italo Balbo, il più sorprendente volo effettuato da 24 apparecchi 
S.55X tra il luglio e 1’agosto 1933 dall’Italia alla Flera Mondiale di Chicago, 
negli Stati Uniti, più il volo di ritorno in Italia.

schede telefoniche navi

Serie di schede telefoniche le grandi navi
realizzate per l'AASFN della Repubblica di San Marino
 Esempio di scheda telefonica, a seguire i bozzetti realizzati.

Il “NORMANDIE”
della CGT, costruito nel cantiere Penhoet a S. Nazaire nel 1931, è un transatlantico con tre enormi fumaioli e due alberi, quello di maestra era 61,57 metri sul livello del mare. Progettato per trasportare 848 passeggeri di 1a classe, 670 in classe turistica e 454 in 3a classe. Ebbe tutte le caratteristiche di un super transatlantico, varato il 29 ottobre 1932 nel viaggio inaugurale, il 29 maggio 1935, conquistò il “Nastro azzurro” compiendo la traversata in 4 giorni, 3 ore e 28 minuti e superando, tutti i record precedenti, avendo raggiunto una velocità media di 30,31 nodi. Riconquistato nel 1937, 4 giorni, 3 ore e 28 minuti.

“BRITANNIA”
Il piroscafo “BRITANNIA” della Cunard Line, costruito sulle rive della Clyde, fu la prima unità di questa compagnia a stabilire il nuovo record transatlantico nell'Agosto del 1840, quando effettuò il percorso da Halifax a Liverpool in 10 giorni esatti.
Il “BRITANNIA” fu la prima di quattro navi attrezzate a brigantino a palo con propulsione a ruote. Queste navi entrarono in servizio della British & North American Royal Mail Steam Packet Co., piú tardi conosciuta in tutto il mondo come Cunard Line. Aveva un equipaggio di 80 persone e poteva alloggiare 115 passeggeri. Uno stallaggio per custodire delle mucche venne costruito in coperta per poter avere provvista di latte fresco durante il viaggio;
la stiva, lunga 69,5 metri, poteva contenere circa 225 tonnellate di merce varia.

“TITANIC”
La costruzione del RMS Titanic, iniziò il 31 marzo 1909 nel cantiere Harland and Wolff di Belfast. Il Titanic era lungo 269 metri e largo 28, aveva una stazza di 46.328 tonnellate e l'altezza del ponte sulla linea di galleggiamento era di 18 metri. Il motore (turbonave) era a vapore, le 29 caldaie alimentate da 159 forni a carbone consentivano una velocità massima di 23 nodi (43 km/h). La nave aveva una capacità di 3547 persone tra passeggeri ed equipaggio. La nave partì per il suo primo viaggio il 10 aprile 1912 da Southampton verso New York. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile, affondò dopo la collisione con un iceberg causando la morte di più di 1500 persone.
“CUTTY SARK”
Un veliero tra sogno e leggenda è considerato il più famoso clipper maiesistito, l’unico sopravvissuto fino ai nostri giorni; il “Cutty Sark” è diventato il simbolo dei migliori anni della navigazione del diciannovesimo secolo.Varato nel 1869 in Scozia, e precisamente a Dumbarton sul fiume Clyde, per conto di John “Jock” Willis (noto anche come “Old White hate” Willis) vecchio
capitano di velieri e armatore specializzato nell’'D5importazione del tè dalla Cina, il “Cutty Sark” è stato il primo veliero di grandi dimensioni della storiadella navigazione. L’imbarcazione, infatti, è lunga 64 metri, larga 12 metri per un peso di 963 tonnellate di stazza lorda. L’ albero di maestra è alto 47 metri e ha 34 vele per una superficie velica totale di 3000 metri quadri.
Il transatlantico REX 
 “una nave più bella non navigò mai sui mari”, considerato il prototipo del moderno tranatlantico dell’epoca, costruito per la Navigazione Generale Italiana nei cantieri Ansaldo di Sestri Ponenete-Genova.Con un apparato motore costituito da un complesso di turbine a vapore che sviluppavano una potenza di 136.000 cavalli asse che permettevano una velocità di 28 nodi, questo gli consentì il 10 Agosto 1933 di conquistare per l’Italia il “Nastro Azzurro” direzione ovest (Europa - Nord America). Tempo 4 giorni 13 ore 58 minuti alla velocità di 28,92 nodi.
Il REX ebbe una breve esistenza, venne colpito da aerei britannici ed affondò nel golfo di trieste.
“ANDREA DORIA”
Questa nave passeggeri della Italia Navigazione. Costruita nei cantieri navali Ansaldo di Sestri Ponente, fu varata il 16 giugno1951 ed effettuò il suo viaggio inaugurale il 14 gennaio 1953. La nave poteva portare fino a 1240 passeggeri e, quando venne varata, rappresentava uno dei punti d' orgoglio della cantieristica italiana che stava allora cercando di ricostruire la propria reputazione dopo la seconda guerra mondiale. Degna erede dei transatlantici degli anni '30, la Andrea Doria era la più grande e più veloce nave della flotta mercantile italiana ed era considerata anche la più sicura. Il 25 luglio del 1956, si sco ntrò con la nave svedese Stockholm,quello fu uno dei più famosi disastri marittimi della storia.




Transatlantico “QUEEN MARY 2”
Il 12 Gennaio del 2004 in questo giorno ha fatto il suo ingresso come reginadei transatlantici la “Queen Mary 2”, una nave con una stazza lorda di150.000 tonnellate, una lunghezza di 350 metri e un’altezza di 72 metri. E’ un’autentica regina dei mari, disegnata per naviagre dolcemente anche negli oceani più turbolenti. Con una velocità massima di circa 30 nodi, il suo scafo particolarmente aerodinamico, assicura una navigazione confortevole, comoda e rilassante. Dotata di un’esclusivo Osservatorio che è al momento il più grande esistente su una nave da crociera con la possibilità di ospitare i passeggeri più interessati.
“CRYSTAL SERENITY”
Costruita nei cantieri “Builder Chantiers, de l'Atlantiuque” di Francia, fu la terza nave crociera ad essere consegnata alla “Crystal Crociere”, di base a Los Angeles. E’ attualmente in funzione intorno al mondo. Tonnellaggio Lordo Registrato 68,870 –Passeggeri (Massimo) 1,080 – Equipaggio 655 - Bandiera delle Bahamas – Entrata in Servizio Luglio 2003 – Cantieri di costruzione, dell’Atlantico, Francia – Valutazione in stelle (Berlitz) *****– Lunghezza complessiva (metri) 250.00 – Larghezza massima (metri) 32.2 – Pescaggio (metri) 7.5 – Potenza 32,800kW – Tipo di motore Diesel.

 “MAYFLOWER ”
Nel 1609 i padri Pellegrini, membri della chiesa separatista inglese in contrasto con la chiesa nazionale a causa delle loro rigide convinzioni religiose, si erano trasferiti nei Paesi Bassi per sfuggire alla minaccia di incarcerazione.Decisi a dar vita a una comunità religiosa e civile autonome, scelsero di emigrare nel Nuovo Mondo. A bordo del Mayflower, galeone minore a tre alberi dislocante 180 ton., raggiunsero nel 1620 le coste della Virginia dove sancirono con il “Mayflower contact” la costituzione di uno stato vero e proprio primo nucleo degli Stati Uniti d’'America.
“BELLE-POULE”
Messa in cala nel 1828, la terza fregata a portare il nome di “Belle-Poule” fu varata solamente 
nel 1834. Costruita sul modello degli incrociatori americani del tipo “Constitution”, 
dislocava 2500 tonnellate per una lunghezza di 54 metri, una larghezza di 14,10 metri e un tirante d’acqua di 3,80 metri. Era una fregata armata di 60 cannoni. 
Portava un equipaggio di 450 uomini, il suo armamento diede prova di qualità eccezionali. Nel 1840,dipinta di nero per la circostanza, riportò in Francia da S. Elena le spoglie di Napoleone.Cessò il servizio attivo nel 1861 e demolita nel 1888.
“AMERIGO VESPUCCI”
La più famosa nave italiane a vele quadre degli ultimi settant’anni, 
orgoglio della MARINA MILITARE ITALIANA.
La Nave Scuola Amerigo Vespucci, fucina di generazioni di Ufficiali di Marina.
 L’Amerigo Vespucci, vera copia del vascello ottocentesco,
è nata il 12 maggio del 1930 nel cantiere di Castellammare di Stabia, su progetto del Tenente Colonnello del genio navale Francesco Rotundi e varata il 22 febbraio 1931.

lunedì 10 dicembre 2012

Sebastian Vettel
Campione del mondo Piloti 
della stagione Formula 1 2012
Vettel: “3 trofei in 3 anni, sensazione fantastica!”
“E’ una sensazione fantastica, è incredibile avere ancora in mano il trofeo”, ha dichiarato Sebastian Vettel durante il conferimento della coppa a spirale che reca ora per la terza volta consecutiva il suo nome. “Vincere il campionato mondiale di F1 per tre volte consecutive è un qualcosa che in Red Bull fa sentire tutti orgogliosi. E’ stata una stagione con alti e bassi che ha obbligato la squadra a spingere al massimo”, ha aggiunto il pilota tedesco. Anche il team principal Christian Horner vuole elogiare i suoi uomini:“Si tratta di un risultato fenomenale, figlio del duro lavoro e della dedizione. Ci sembrava impossibile migliorarsi ancora dopo lo scorso anno ed, invece, credo che ci siamo riusciti usando abilità e ingegno e resistendo alla pressione. Ritiro questo trofeo a nome di tutto il team e ne sono onorato”.

Newey: “La RB8 mi ha innervosito”
Il commento più curioso spetta al papà della vincente Red Bull RB8. Se per Vettel si è rivelata un’alleata fedele (eccezion fatta per un paio di clamorosi ritiri), per Adrian Newey è stata una figlia capricciosa. “La vettura è sempre stata veloce ed infatti abbiamo vinto anche ad inizio stagione in Bahrain con Sebastian ed a Monaco con Mark - ha ricordato il tecnico britannico – eppure non riuscivamo in quel momento a trovare la giusta costanza. Per un ingegnere questo è molto frustrante perché significa non essere riusciti a capire del tutto la macchina. Abbiamo fatto un importante passo avanti a Valencia ma la svolta tecnica decisiva è arrivata a Singapore. Da lì in poi, la monoposto era completa ed infatti abbiamo potuto vincere 4 gare di fila grazie alle quali Vettel ha potuto conquistare il titolo mondiale”, ha spiegato Newey. La sua ricostruzione dei fatti è quanto mai precisa. Il lavoro svolto nell’ultima parte dell’anno, a causa del quale è stato accumulato ritardo nella progettazione delle Red Bull RB9 del 2013, ha permesso di compiere un salto di qualità letale per le ambizioni della Ferrari. Visto come si è concluso il campionato piloti, vinto per soli 4 punti, ogni fatica è risultata essenziale. Ed ampiamente ripagata.

                                                                                                         Fonte: www.derapate.it

lunedì 28 maggio 2012

Gilles Villeneuve finalmente primo a casa sua

Gilles Villeneuve 
finalmente primo a casa sua


8 Ottobre 1978 Montreal G.P. del Canada.
Gilles sul podio con la moglie Joanna, 
un ritratto e un salto sul cordolo con la Ferrari 312T3

Si corre a Montreal, sull'isola di Nôtre Dame. Tracciato nuovissimo, ricavato su strade cittadine. Come Montecarlo e Long Beach. «Ma migliore - dice Villeneuve - Ie curve sono piu a sinistra che a destra e ciò salva Ie gomme». Le Formula Atlantic vi hanno girato a 154 di media. 
Gilles ipotizza i 160 Jarier, un fulmine con la Lotus, va subito in testa. Come al Glen.
Al 5° giro Andretti e Watson entranoin collisione. Per il secondo posto si danno battaglia Jones, Scheckter e Villeneuve. Oggetto di un tifo quasi argentine, il ferrarista
supera Jones al 19° giro. Dopo un po' supera anche Scheckter che ha problemi ai freni. 
Dopo 40 giri il margine di Jarier comincia a diminuire per una perdita di olio
nell'impianto frenante. Al 49. giro, tra un boato dei 70 mila presenti, Villeneuve passa in testa. Mancano 21 tornate alia fine: la Ferrari numero 12 pare non avere problemi. 
In realta negli ultimi giri Gilles sente dei «rumori strani» che lo preoccupano non poco. 
Ma la macchina tiene e il canadese vince il suo primo gran premio.«Finalmente ho rotto il ghiaccio - dice - questa vittoria ci voleva dopo tante delusioni da un anno a questa parte. 
Questo è il giorno più felice della mia vita». 

Secondo è Scheckter, prossimo ferrarista. Terzo Reutemann, già ex ferrarista.

Da Autosprint “33 anni di Gran Premi Iridati”

lunedì 7 maggio 2012

Jabouille vince, Gilles e René fanno impazzire

Jabouille vince, 
Gilles e René fanno impazzire


Con una partenza fulminante dalla seconda fila, 
Villeneuve si porta al comando e vi rimane per 45 giri. 
Al 46. la superiore potenza della Renault turbo di Jabouille fa valere i suoi diritti. 
Jabouille vola indisturbato verso lavittoria. «L'unico problema - dice alia fine - è stata la gamba: 
il pedale del freno era diventato duro. E poi avevo male al fianco sinistro». 
Rimangono Villeneuve e Arnoux a disputarsi la seconda e la terza piazza. 
Entrambi hanno Ie auto menomate: Villeneuve ha problemi di gomme e di freni, 
Arnoux di pressione-benzina. La curva in fondo al rettilineo d'arrivo e I'unico posto dove 
la Ferrari si trova a suo agio. Ed e proprio li che Villeneuve entra nella leggenda con due o tre frenate al limite. La ruota anteriore sinistra blocca e ogni volta dalla gomma si sprigiona 
una nuvola di fumo. Arnoux attacca e Gilles si difende, poi è Villeneuve che attacca 
ed è Rene che si difende. Si toccano tre o quattro volte mentre il duello mozzafiato 
viene ripreso dall'elicottero. Alia fine ha la meglio Villeneuve. 
Dopo la corsa, vista in tetevisione, Enzo Ferrari commenta: «
Credo che la Ferrari abbia un gran pilota». Gilles e Rene ribattono 
«Ci siamo divertiti come matti».

 Da Autosprint “33 anni di Gran Premi Iridati”

lunedì 23 aprile 2012

Gilles Villeneuve, l'arrivo vittorioso, sulla linea del traguardo 
del GP di Montecarlo il 1 Maggio 1981.
Questa tavola è la versione da me dipinta della foto pubblicata sul sito della “Gazzetta dello Sport”.
Gilles Villeneuve, vince a Montecarlo  con la Ferrari 126 C/052: 
prima vittoria di un motore turbo nel Principato. 
Ansa

Manca un mese al trentesimo anniversario della scomparsa di Gilles Villeneuve, il “canadese volante”, morto a Zolder l’8 maggio del 1982 durante le qualifiche del GP del Belgio, alla guida di una Ferrari. Il suo ricordo resta ancora vivo e intenso nella memoria di tanti appassionati del Cavallino, scuderia con cui in F1 vinse 6 GP e con cui ha fatto nascere il mito del '27 rosso'. Il talento, la velocità, il coraggio al limite della temerarietà rendono il suo nome ancora straordinariamente popolare fra i tifosi del Cavallino, anche fra i più giovani che hanno avuto solo la possibilità di vedere le sue corse registrate o leggerne le imprese attraverso le cronache di quei giorni. Disse di lui Enzo Ferrari, il fondatore della scuderia: "Con il suo ardimento, con la capacità distruttiva che aveva nel pilotare le macchine macinando semiassi, cambi di velocità, frizioni, freni, ci insegnava cosa bisognava fare perché un pilota potesse difendersi in un momento imprevedibile, in uno stato di necessità. E' stato campione di combattività e ha regalato, ha aggiunto tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene."

dal sito della “Gazzetta dello Sport”

venerdì 6 aprile 2012

Alonso - Malesia - Sepang - 25 Marzo 2012

Il trionfo di Fernando, due motori Ferrari davanti: 2° è Perez con la Sauber, in una gara dove abilità di guida e strategie hanno fatto la differenza per la pioggia. E Fernando è primo anche nel Mondiale

   Completamente inaspettata, ma non per questo meno strepitosa, vittoria di Alonso in Malesia, a precedere Perez in un finale da respiro bloccato per come il messicano braccava lo spagnolo. Decisivi sul risultato l'abilità di guida messa in mostra da entrambi, ma anche un errore di troppo di Perez, nonché le strategie dei rispettivi box che hanno fatto la differenza rispetto agli altri.
   Segue sul podio Hamilton che ha preceduto Webber, mentre Vettel ha bucato una gomma e Button danneggiato l'ala, entrambi contro Karthikeyan. Molto veloce anche Raikkonen, che ottiene un meritato 5° posto, a precedere Senna e Di Resta. Bravo anche Vergne, ottavo finale, per come in fasi molto difficili della gara ha resistito con gomme non ideali. Solo 15° Massa, che in gara non ha mai svettato e le cui soste ai box sono state un po' asservite alla strategia per Alonso.
   Con questo risultato, Alonso passa pure al comando del Mondiale con 35 punti, precedendo Hamilton a quota 30: chi l'avrebbe immaginato ai tempi del "le prime gare sarà dura"? Terzo in classifica generale Button per un punto su Webber (25 contro 24); quinto è Perez a quota 22 davanti a Vettel (18) e Raikkonen (16).

               Fonte: www.auto.it/autosprint/formula_1

giovedì 22 marzo 2012

2008 - Ferrari ennesimo titolo Costruttori

Primo piano per Stefano Domenicali e le due F2008 che hanno consentito 
alla Ferrari di riconquistare nel 2008 il titolo mondiale per costruttori. 
Sulle vetture, Felipe Massa e Kimi Raikkonen.






  Il 2008 per il pilota brasiliano non inizia benissimo con due ritiri nelle prime 2 gare: in Australia causa rottura del motore e in Malesia per un testacoda. Ma in Bahrain Massa conquista il secondo posto in griglia alle spalle di Kubica, centra la prima vittoria stagionale. Nella gara successiva in Spagna arriva secondo alle spalle del compagno di scuderia e campione del mondo in carica Kimi Raikkonen. Due settimane dopo, in Turchia, realizza nuovamente la Pole Position e ottiene la seconda vittoria del 2008. Al Gran Premio di Monaco conquista la sua terza pole position dell'anno, ma alla fine, per un errore alla curva di Santa Devota arriva 3º. Al Gran Premio del Canada, gara condizionata da numerosi ritiri, il brasiliano ottiene la quinta posizione, e raggiungendo la seconda posizione nella classifica mondiale piloti.Nel Gran Premio di Francia, Massa parte secondo dietro Raikkonen e centra il terzo successo stagionale, e la vetta della classifica.Al successivo appuntamento sul Circuito di Silverstone, si vede un gran premio tutt'altro che noioso. Pioggia e schiarite si alternano creando uno scenario incredibile. Il brasiliano non arriva in zona punti.Nel successivo Gran Premio di Germania, Massa arriva terzo, e perde la leadership del Mondiale. Trionfo del tutto inaspettato in Belgio sul Circuito di Spa-Francorchamps. Tagliano il traguardo, nell'ordine, Lewis Hamilton, il brasiliano e Nick Heidfeld. A premiazione eseguita, la FIA si riunisce per valutare la condotta di gara del britannico, la sentenza toglierà la vittoria ad Hamilton. Questo significa che Felipe Massa può festeggiare la sua prima vittoria sul circuito delle Ardenne. Al Gran Premio d'Italia sul bagnato Massa terminarà la gara solo in sesta posizione. Nel nuovo tracciato cittadino di Singapore, Massa ottiene un'importantissima pole distanziando in griglia Hamilton più di 6/10.  La vittoria arride invece a Fernando Alonso. Ora il paulista insegue con 77 Punti contro gli 84 di Hamilton McLaren a tre gare dal termine del campionato. Nel Gran premio del Giappone le qualifiche si rivelano amare per Massa, solo settimo. Al Gran Premio del Brasile con 7 punti di ritardo da Hamilton: il brasiliano può vincere ancora il titolo, con Hamilton sesto o peggio, oppure arrivando secondo con l'inglese ottavo o peggio (Massa ha dei migliori piazzamenti, quindi è avvantaggiato in caso di parità). Dopo aver dominato un gran premio rocambolesco la conquista dell'iride sembra fatta. Hamilton, sesto, appena superato da Vettel, sorpassa però a quattro curve dal termine della corsa il tedesco Glock, il quale è nelle prime posizioni non avendo effettuato il pit-stop cambio gomme nonostante fosse prevista pioggia per le ultime tornate. Il pilota Toyota infatti ha sì risparmiato il tempo necessario per il pit, ma si trova con gomme da asciutto in situazione di pista bagnata.Per Hamilton, dotato a sua volta di gomme da bagnato, è fin troppo facile quindi sopravanzare Glock, fortemente rallentato dalle condizioni climatiche, e piazzarsi quinto nelle ultime curve di un gran premio che passerà alla storia come uno dei più beffardi di sempre. Hamilton supera infatti Massa nella classifica mondiale di un solo punto e si laurea campione (il più giovane della storia della Formula 1 a 23 anni, 9 mesi e 26 giorni).
Alla Ferrari andrà comunque il titolo di Campione del Mondo Costruttori 2008

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera (sintesi).


2007 - Kimi Raikkonen, un debutto vincente

 Quello di Kimi è  splendido debutto vittorioso, alla guida della rossa di Maranello, 
prima vittoria a Melbourn e a fine stagione Campione del Mondo. Nell’immagine, il podio del Brasile, in primo piano la F2007 e la felicità di Luca Cordero di Montezemolo e Jean Todt.


  Il debutto al volante della Ferrari F2007, la nuova macchina della Scuderia Ferrari che ha utilizzato nel corso del mondiale di Formula 1 del 2007, avvenne il 30 gennaio 2007 a Valencia. Iniziò la stagione vincendo il Gran Premio d'Australia dove ottenne pole position e giro più veloce (solo Fangio e Mansell erano riusciti a fare altrettanto al debutto con una Ferrari). Le due gare successive gli fanno conquistare due terzi posti, il primo in Malesia, dove il motore era stato limitato nei giri a causa di una piccola perdita d'acqua sul finire del Gp d'Australia, ed uno in Bahrein.
  Le successive gare furono più travagliate con un ritiro in Spagna a causa di un problema elettronico, un ottavo posto a Monaco, dove era partito 15º a causa di un errore in qualifica], un quinto in Canada e un quarto negli Stati Uniti. Il finlandese centrò due vittorie consecutive nel Gran Premio di Francia, superando al via l'inglese Lewis Hamilton della McLaren e al 46º giro il compagno Felipe Massa grazie alla tattica dei pit-stop, e in Gran Bretagna, ma a questi risultati seguirono un ritiro e tre secondi posti. A Monza, inoltre, Räikkönen ebbe anche un incidente abbastanza grave nelle libere[19]. In Belgio, dopo aver ottenuto la pole position, il finlandese tornò sul gradino più alto del podio, portando insieme a Felipe Massa alla Ferrari il quindicesimo titolo costruttori.
  A Fuji, in una gara sotto la pioggia, Räikkönen si ritrovò nelle ultime posizioni a causa di un'errata scelta delle gomme ma rimontò fino al terzo posto. Con 17 punti da recuperare ad Hamilton su 20 disponibili, il mondiale sembrava ormai chiuso, ma grazie alle vittorie in Cina e in Brasile e il conseguente ritiro di Hamilton in Cina ed il settimo posto in Brasile, il finlandese riuscì a conquistare il suo primo titolo mondiale.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera (sintesi).

2004 - Ancora Michael Schumacher

Michael Schumacher il “Maestro” dirige l’orchestra dei box che si esibisce in un concerto indimenticabile, la quinta vittoria consecutiva di “Schumi” in Ferrari che lascierà 
un ricordo indelebile negli appassionati degli sport motoristici.


  Michael Schumacher (Hermülheim, 3 gennaio 1969) è un pilota automobilistico tedesco, considerato il più grande campione della Formula 1 di tutti i tempi. Ha conquistato 7 titoli mondiali: i primi due con la Benetton (1994-1995) e successivamente cinque consecutivi con la Ferrari (2000-2001-2002-2003-2004). Schumacher detiene la gran parte dei record della F1, avendo conseguito, oltre ai titoli iridati, anche il maggior numero di Gran Premi vinti, di pole position, di giri veloci in gara, di hat trick (pole, vittoria e giro più veloce nella stessa gara) e di punti in carriera. Schumacher è stato anche il primo tedesco a divenire campione del mondo di Formula 1 ed è stato l'icona più popolare nella Formula 1, fino al 2006, secondo un sondaggio effettuato dalla FIA.   
  Nel 2003 diviene il più titolato pilota di F1 (con la vittoria del sesto titolo mondiale, superando il record di Juan Manuel Fangio) e nel 2004 marca un ulteriore record vincendo il suo quinto titolo iridato consecutivo (il precedente record, che spettava sempre a Fangio era di quattro titoli mondiali consecutivi).

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera (sintesi).

2003 – Sempre più in alto

Sintesi della stagione Ferrari 2003 con immagini appartenenti a contesti
diversi, unite in una specie di montaggio simbolico: Michael Schumacher annaffia
a champagne la pista di Indianapolis, mentre Rubens Barrichello, sul podio
di Suzuka, esulta accanto a Jean Todt.
 
    Enzo Ferrari amava ripetere, di tanto in tanto, che – nello sport non meno che nella vita – è arduo arrivare al vertice ma è ancor più arduo rimanervi. Questa «massima», semplice ma difficilmente smentibile, riceve continue conferme. La Ferrari è la squadra che ha corso e vinto più di ogni altra e dunque, di ogni sua nuova affermazione, si può dire che sia ottenuta non solo contro le antagoniste ma anche nei confronti... del proprio albo d’oro, di una ricchezza senza uguali. Il 2002 si era chiuso con un trionfo schiacciante e il 2003 vedeva i piloti e le macchine di Maranello prendere il via con i favori di un pronostico perfino ovvio. Per Schumacher e Barrichello, tuttavia, il cammino si rivelava molto meno agevole del previsto, per una serie di ragioni. Anzitutto la F2003-GA (iniziali di Giovanni Agnelli, scomparso il 24 gennaio 2003) si rivelava meno competitiva di quanto ci si attendesse, di fronte a una concorrenza – Williams e McLaren – che aveva compiuto netti progressi rispetto alla stagione precedente. Progressi in fatto di telaio, di motore e anche di pneumatici: le prestazioni dei Michelin, infatti, su certe piste e in certe situazioni meteo, risultavano superiori a quelle dei Bridgestone. A ciò si aggiunga qualche disavventura – peraltro normale nelle corse – nonché qualche calo di rendimento di Michael Schumacher, anche lui, come e più della Ferrari, «costretto» a battere record in continuazione. Infine si tenga conto del nuovo criterio di assegnazione del punteggio (10 punti al primo, 8 al secondo, 6 al terzo, 5 al quarto, 4 al quinto, 3 al sesto, 2 al settimo, 1 all’ottavo classificato) a favore della razionalità del quale non depone certo il fatto che «Schumi», con all’attivo mezza dozzina di vittorie, abbia dovuto tremare fino all’ultimo per poter conservare un vantaggio esiguo su Kimi Räikkönen, senz’altro bravissimo ma una sola volta primo al traguardo. Ad ogni modo, il successo finale, proprio perché più «sudato», è stato ancora più appagante. Schumacher ha battuto il primato di Fangio (6 titoli iridati contro 5) e la Ferrari, dal canto suo, è arrivata a quota 26 (13 per Piloti e altrettanti per Costruttori, gli ultimi 5 dei quali consecutivi). E sorvoliamo su tutti gli altri – che sono numerosissimi – ad eccezione di uno: quando una squadra ottiene in un Gran Premio la pole position, la vittoria e il giro più veloce, gli anglosassoni dicono che quello, per la squadra, è stato a perfect weekend, un fine settimana perfetto. Bene, dal 1950, di questi fine settimana la Ferrari ne ha goduti la bellezza di 33, la Williams 19, Lotus e McLaren 17. A tutti gli altri, le briciole.

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.

2002 – Una pioggia di primati

Le magnifiche F2002 di Michael Schumacher e di Rubens Barrichello
dominatrici assolute del Mondiale F1. Sullo sfondo, una scenadivenuta ormai abituale: il direttore sportivo Jean Todt fra i due campioni della Ferrari, sul podio inondato di champagne.

       Forse neppure il più appassionato fra i "tifosi" ferraristi aveva sognato che i piloti e le macchine del Cavallino rampante potessero dar prova di una superiorità così schiacciante quale quella esercitata da un capo all’altro della stagione 2002 nei confronti di ogni antagonista, coronando la conquista di due ennesimi titoli mondiali con una autentica pioggia di primati. Michael Schumacher è andato incontro al quinto trionfo iridato – eguagliando il leggendario record di Juan Manuel Fangio – a un ritmo stupefacente: il 21 luglio, quando si impone nel GP di Francia e acquista la certezza aritmetica della vittoria finale, alla conclusione del campionato mancano ancora 6 Gran Premi, e anche questo è un record (quello precedente apparteneva a Nigel Mansell, Campione del Mondo nel 1992 con 5 gare d’anticipo). "Schumi" disputa i 17 Gran Premi vincendone 11 (Mansell nel 1992 era arrivato a quota 9) e classificandosi 5 volte secondo e una volta terzo: dunque, sempre sul podio. Diviene inoltre il primo pilota della storia del Mondiale ad avere percorso tutti i giri (1090) dei Gran Premi stagionali (Dan Gurney, nel 1961, ne aveva assommati 486 su 490).
Il vicecampione del mondo è il suo compagno di squadra Rubens Barrichello, con 4 vittorie, 5 secondi, un terzo e un quarto posto, a 67 punti di distacco (nel 2001 «Schumi» stesso aveva preceduto Coulthard di 58 lunghezze). La Ferrari raggiunge la quota di 24 titoli mondiali F1, 12 per Piloti (precedendo la McLaren con 11) e altrettanti – di cui 4 consecutivi – per Costruttori (davanti alla Williams con 9). Non battuto ma uguagliato è il primato di vittorie in una stagione (15, come la McLaren nel 1988) e lo stesso dicasi per i giri più veloci (12, come la McLaren nel 2000). Sono stati rafforzati, inoltre, i record dei GP disputati (669), delle vittorie (159), dei secondi posti (189), dei terzi posti (160), dei podi (508), dei giri più veloci (161), delle pole position (158), dei punti 3829,8. Superato il limite di punti conquistati in un campionato, 221, contro i 199 della McLaren nel 1988. Schumacher e Barrichello hanno messo a segno 9 doppiette, portando il loro totale a 15 (contro le 14 di Senna e Prost fra 1988 e il 1989). "Schumi", inoltre, ha portato a 867 il totale dei punti accumulati in carriera, a 64 le vittorie e a 51 i giri più veloci. Infine ha ottenuto per la dodicesima volta da quando gareggia in F1 quel risultato che gli inglesi chiamano hat trick, e che consiste nell’ottenere la pole position in prova, la vittoria nonché il giro più veloce in corsa (il precedente primato di 11 era detenuto da Jim CLark).

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.

2001 – A testa alta verso il futuro

Budapest-Hungaroring, 19 agosto 2001, G.P. d’Ungheria.  Michael Schumacher e la F2001 
verso la vittoria e il quarto titolo iridato.   Nei ritratti, «Schumi» e il suo compagno Rubens Barrichello, artefice con lui del successo della Ferrari nel Mondiale Costruttori.

 L’inizio è di quelli che mettono i brividi: nel corso delle prove del G.P. d’Australia, Michael Schumacher compie un brutto volo, ma poi in gara si impone con il piglio del dominatore e lo stesso fa due settimane dopo nel G.P. della Malesia, guidando da fuoriclasse sul bagnato, con Rubens Barrichello al posto d’onore. Le Ferrari sembrano proseguire sullo slancio dei successi del 2000, mentre le McLaren, a quanto pqre, non hanno più lo smalto delle stagioni precedenti e in particolar modo Mika Häkkinen attraversa un periodo critico. L’avversario numero uno di «Schumi» nella battaglia per il titolo diviene perciò David Coulthard, il quale riduce il distacco iniziale vincendo il G.P. del Brasile dopodiché, con il secondo posto conquistato nel G.P. di San Marino, agguanta il portacolori della Ferrari in testa alla classifica. È questo, con ogni probabilità, il momento in cui il pilota scozzese pensa con maggior convinzione alle sue possibilità di affermazione finale. Ma Schumacher prosegue implacabile la sua marcia e a un ritmo travolgente: nei sette successivi Gran Premi è quattro volte primo (Spagna, Monaco, Europa e Francia) e tre volte secondo. E, quando taglia da vincitore anche il traguardo del G.P. d’Ungheria, è fatta. Mancano ancora quattro gare alla fine del campionato ma «Schumi» ha già la certezza aritmetica del titolo. Per lui è il quarto ed è l’undicesima volta che questo alloro incorona un pilota alla guida di una Ferrari. La Casa di Maranello, inoltre, conquista il suo undicesimo titolo mondiale per costruttori di Formula 1.           .
La F2001 si è rivelata una vettura forte soprattutto per il suo eccezionale equilibrio, capace di superare le pur sempre temibili avversarie sui circuiti tortuosi, anche in virtù della bravura dei suoi piloti, e altresì in grado di resistere senza farsi troppo staccare su quelli veloci. Affidabilità della meccanica, evolu-zione costante e abilità strategica nell’impostazione di gara hanno fatto il resto. Le antagoniste, invece, hanno messo in luce qualità che hanno permesso loro di eccellere sotto questo o quel-l’aspetto – potenza superiore, maggior velocità di punta, elettronica più sofisticata e via dicendo –  ma non nel rendimento complessivo, nella tenuta alla distanza. Non come la Ferrari, che alla fine della stagione (anzi...molto prima) ha visto ancora una volta giustamente premiati i propri sforzi. E si ripeterà annientando ogni avversario nel 2002. Milioni di appassionati in tutto il mondo continuano a sventolare le gloriose bandiere della squadra del Cavallino, che è pronta ad affrontare a testa alta le grandi sfide del terzo millennio.    

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.

2000 – Doppietta trionfale

Melbourne, 12 marzo 2000, G.P. d’Australia.Le F1-2000
di Michael Schumacher e Rubens Barrichello prima e seconda sul traguardo.
Dal muretto dei box, con la barba, si sporge esultando anche l’autore del dipinto.


Un successo squillante inaugura il Campionato del Mondo di Formula 1 che si disputa nell’ulti-mo anno del secondo millennio: Michael Schumacher è primo nel G.P. d’Australia, a Melbourne, davanti al suo compagno di squadra, il brasiliano di origine italiana Rubens Barrichello, che ha preso il posto di Eddie Irvine. Ma le troppe disillusioni accumulate negli anni hanno insegnato a non trarre auspici frettolosi. La macchina, comunque, sembra indovinata. Si chiama F1-2000 e nasce da un impegnativo lavoro di ottimizzazione della F399 dell'anno precedente. È più filante, ha un centro di gravità più basso, è più leggera, ha un motore di ingombri ancora più compatti, con una nuova architettura (l’angolo della V delle bancate è stato aumentato da 80° a 90°) e una potenza di 800 CV a 17.800 giri al minuto. L’inizio, ad ogni modo, ha un seguito lusinghiero: «Schumi» vince anche i G.P. del Brasile e di San Marino e guida la classifica del Mondiale con enorme vantaggio. La McLaren sembra afflitta da una crisi di affidabilità ma ben presto si riprende e i suoi piloti Häkkinen (primo in Spagna) e Coulthard (primo in Gran Bretagna e a Monaco) incominciano ad accorciare le distanze. Schumacher riesce ad aumentare di nuovo il suo vantaggio imponendosi al Nürburgring e a Montréal, ma poi per tre Gran Premi consecutivi (Francia, Austria e Germania) non coglie punti e, a Buda-pest, Häkkinen lo supera in classifica, rafforzando inoltre la sua posizione a Spa. Le cose, ancora una volta, sembra-no prendere una piega purtroppo ben conosciuta a Maranello.
Ma l’ora della riscossa è vicina. Schumacher si afferma nel G.P. d’Italia, riducendo a due punti il suo distacco da Häkkinen. Poi fa il bis nel G.P. degli Stati Uniti, che per la prima volta si disputa a Indianapolis, su un circuito inedito ricavato all’interno del famoso «ovale», e torna al comando. Dopodiché, proseguendo sullo slancio, «Schumi» chiude la partita vincendo anche il G.P. del Giappone e conquistando in tal modo il suo terzo titolo mondiale, il decimo per un pilota della Fer-rari. Ma non è finita. Passano due settimane e Michael infila la quarta vittoria consecutiva (nona della stagione, con nove pole position) che permette alla  Ferrari di arrivare a quota dieci anche nei titoli mondiali per costruttori di Formula 1. Il conseguimento di questo risultato è dovuto anche all’apporto determi-nante di Rubens Barrichello e ai punti da lui conquistati con la sua affermazione nel G.P.  di Germania e con altri dodici piazzamenti, su un totale di diciassette Gran Premi.

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.

1999 – Ritorno al vertice

Primo piano per le F399, che consentirono alla Ferrari di riconquistare 
nel 1999 il titolo mondiale per costruttori. 
Sullo sfondo, da sinistra, Michael Schumacher, Eddie Irvine e Mika Salo che sostituì 
«Schumi» bloccato da un incidente nel G.P. di Gran Bretagn

L’interminabile rincorsa della Ferrari a un successo che sembrava dovesse sfuggirle diaboli-camente per chissà quanto tempo, fu segnata da tre eventi rivelatisi poi decisivi: la nomina a presidente di Luca di Montezemolo (1991) nonché gli ingaggi del direttore sportivo Jean Todt (1993) e del pilota Michael Schumacher (1996). Proprio nel 1996 si colsero i primi segnali di una ritrovata competitività, dopodiché i massimi traguardi furono mancati per poco nel 1997 e nel 1998. A questo punto, molti erano convinti che l’impresa potesse riuscire nel 1999. La monoposto schierata in pista, la F399, dotata dei nuovi pneumatici Bridgestone in seguito all’addio alle corse della Goodyear, presentava molte innovazioni, che andavano dal passo più lungo alla più razionale distribuzione dei pesi, dalle migliorie all’aerodinamica alla facilità di intervento nelle regolazioni e via dicendo. La potenza massima era di 760-780 CV a 17.500 -18.000 giri al minuto.Eddie Irvine aprì la stagione nel segno della vittoria, imponendosi nel G.P. d’Australia, indi Schumacher vinse a Imola e a Montecarlo andando in testa alla classifica iridata, ma poi Mika Häkkinen lo superò, svettando in Spagna e in Canada. Malauguratamente la situazione precipitò in Gran Bretagna, a Silverstone: alla curva Stowe, poco dopo il via, «Schumi» per un guasto ai freni uscì di pista a velo-cità molto elevata, andando a sbattere contro una barriera di pneumatici: tibia e perone della gamba destra fratturati e impossibilità di partecipare ai successivi sette Gran Premi. La Ferrari ingaggiò così il finlandese Mika Salo, promuovendo Irvine a numero uno. L’irlandese vinse tre corse (G.P. d’Austria, di Germania e Malesia), le ultime due – è giusto dirlo – con il determinante aiuto di Salo nonché di Schumacher, finalmente rientrato in squadra.
Si arrivò così all’ultimo appuntamento dell’anno, il G.P. del Giappone. Irvine era al comando della classifica con quattro punti di margine su Häkkinen, ma il pilota della McLaren partì perfettamente e non fu più raggiunto, vincendo in tal modo, oltre alla corsa, il suo secondo titolo consecutivo. Stavolta però la Ferrari, sommando i punti conquistati da Irvine (secondo nella classifica individuale), Schumacher (quinto) e Salo (decimo), riuscì a prevalere nella classifica per costruttori. La F399 si rivelò complessivamente meno veloce della McLaren-Mercedes ma molto affidabile. Lo provano i ritiri fatti registrare nel corso della stagione: Irvine fu appiedato da un guasto una sola volta su sedici gare, Salo una su sei, Schumacher una su nove.

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.

1983 – Primato e «digiuno»

Zandvoort, 28 agosto 1983, G.P. d’Olanda.
René Arnoux avviato alla vittoria davanti a Patrick Tambay, alla guida della 126 C3.
Sullo sfondo, i ritratti dei due piloti della Ferrari, facilmente riconoscibili dai caschi.


La Ferrari mantenne la propria competitività a un livello elevato anche nel corso della stagione 1983, tanto è vero che per il secondo anno consecutivo riuscì ad aggiudicarsi il titolo per i costrut-tori di Formula 1, ma si vide sfuggire di nuovo quello per i piloti, sia pure per poco. La FISA (Fede-razione Internazionale Sport Automobilistico) aveva frattanto modificato il regolamento tecnico, imponendo l’adozione del fondo vettura piatto allo scopo di eliminare l’esasperato effetto suolo e, soprattutto, la sua conseguenza più pericolosa, ossia l’accelerazione trasversale, che ormai ave-va raggiunto limiti preoccupanti. Anche il peso minimo delle monoposto era stato abbassato da 580 a 540 chilogrammi.
In casa Ferrari, le modifiche necessarie furono apportate sulla 126 C2 dell’anno precedente, dando vita a una versione intermedia, la 126 C2B, che gareggiò nella prima parte del campionato conquistando due vittorie, nel G.P. di San Marino con Tambay e nel G.P. del Canada con René Arnoux, che era stato ingaggiato per sostituire l’infortunato Pironi. Poi, a partire dal G.P. di Gran Bretagna, entrò in gara la 126 C3, dotata di un nuovo telaio monoscocca in composito, fibra di car-bonio e kevlar, e di un motore che raggiungeva una potenza maggiore rispetto a quello della 126 C2, ossia 600 CV contro 580, e a 10.500 giri anziché a 11.000. Arnoux si impose nei G.P. di Ger-mania e d’Olanda e sia lui sia il suo compagno di squadra Tambay rimasero in corsa per il titolo mondiale fino all’ultima gara, il G.P. del Sudafrica. Ma alla fine a prevalere fu Nelson Piquet con la Brabham-BMW, mentre la Ferrari, come si è detto, riuscì comunque a primeggiare fra i costruttori. Dopodiché, a Maranello ebbe inizio un «digiuno» che a molti appassionati sembrò intermina-bile: quindici lunghissimi anni trascorsero prima che un nuovo titolo mondiale incoronasse un pi-lota o una macchina del Cavallino rampante. In quel periodo accadde di tutto: furono cambiati una dozzina di corridori, si avvicendarono cinque direttori sportivi, una quantità di tecnici, quattro presidenti. Enzo Ferrari morì nel 1988 senza riuscire a vedere risollevate le sorti sportive della Casa. Fra il 1984 e il 1998, Alboreto, Berger, Mansell, Prost, Alesi e Schumacher vinsero pur sempre 32 Gran Premi, ma a lot-tare concretamente per il titolo iridato, ossia con reali possibilità di conquistarlo, furono soltanto Prost nel 1990 e Schumacher nel 1997 e nel 1998. Perché il massimo campionato automobilistico vedesse l’inizio di un nuovo «ciclo Ferrari» si dovette attendere ancora.

Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.