Imola, 25 aprile 1982, G.P. di San Marino.
Lotta accanita fra le 126 C2 di Gilles Villeneuve e di Didier Pironi. Sullo sfondo, i quattro piloti che in quell’anno corsero per la Ferrari: da sinistra, Villeneuve, Pironi, Tambay e Andretti.
Lotta accanita fra le 126 C2 di Gilles Villeneuve e di Didier Pironi. Sullo sfondo, i quattro piloti che in quell’anno corsero per la Ferrari: da sinistra, Villeneuve, Pironi, Tambay e Andretti.
Al trionfale 1979 fece seguito un’annata incolore, con la 312 T5, evoluzione conclusiva della serie «T», in forte calo di competitività. Ma l’arma della riscossa era in preparazione a Maranello: battezzata 126 C, segnò il ritorno della Ferrari al motore sovralimentato.
La monoposto esordì in corsa nel G.P. d’Argentina 1981 e conquistò due magnifiche vittorie con Villeneuve,nei G.P. di Monaco e di Spa-gna. Il motore era un 6 cilindri a V di 120°, 1496 cm3, due turbocompressori KKK, 580 CV. Frattanto a Maranello era approdato l’ingegnere inglese Harvey Postlethwaite, che entrò nel gruppo di progetto di Mauro Forghieri con l’incarico di ridisegnare il telaio della monoposto. Nac-que così la 126 C2, caratterizzata da una struttura mista: scocca portante in materiale composito con elementi a nido d’ape incollati in alluminio e carbonio.
Alla quarta gara del campionato 1982, il G.P. di San Marino, a Imola, Pironi e Villeneuve conquistarono i primi due gradini del podio. Ma pur-troppo si trattò di un successo avvelenato dalla lotta fra i due piloti, incominciata per scherzo, per dare spettacolo, ma divenuta preoccupante: il box Ferrari, infatti espose un cartello con la scritta «slow», che significava «mantenere le posizioni». In quel momento era al comando Villeneuve, che smise di forzare fidandosi del compagno di squadra. Questi invece all’ultimo giro lo superò soffiandogli la vittoria. Gilles fu sconvolto dall’episodio, si sentì tradito e non rivolse più la parola a Pironi. Due settimane dopo, a Zolder, nelle prove del G.P. del Belgio, mentre tentava di abbassa-re il tempo stabilito sul giro da Didier, Gilles entrò in collisione con Mass e dopo un volo agghiac-ciante perse la vita.
Pironi vinse poi il G.P. d’Olanda, fu secondo in Gran Bretagna e terzo in Francia e andò in te-sta alla classifica mondiale. Ma nelle prove del G.P. di Germania, a Hockenheim, sotto la pioggia, tamponò Prost e andò a sbattere disintegrando la vettura. Sopravvisse miracolosamente ma ri-portò fratture molto gravi alle gambe e dovette dare l’addio alle corse. L’indomani la vittoria arrise a Patrick Tambay, ingaggiato dalla Ferrari al posto di Villeneuve. La 126 C2 era la migliore fra le vetture in lizza e anche Tambay avrebbe potuto battersi per il titolo, ma soffriva di penosi dolori al-la schiena e dovette saltare due gare. Campione del mondo divenne così Keke Rosberg (Williams-Ford Cosworth) mentre la Ferrari si impose fra i costruttori. Per la prima volta questa af-fermazione era conquistata da una monoposto azionata da un motore turbocompresso.
La monoposto esordì in corsa nel G.P. d’Argentina 1981 e conquistò due magnifiche vittorie con Villeneuve,nei G.P. di Monaco e di Spa-gna. Il motore era un 6 cilindri a V di 120°, 1496 cm3, due turbocompressori KKK, 580 CV. Frattanto a Maranello era approdato l’ingegnere inglese Harvey Postlethwaite, che entrò nel gruppo di progetto di Mauro Forghieri con l’incarico di ridisegnare il telaio della monoposto. Nac-que così la 126 C2, caratterizzata da una struttura mista: scocca portante in materiale composito con elementi a nido d’ape incollati in alluminio e carbonio.
Alla quarta gara del campionato 1982, il G.P. di San Marino, a Imola, Pironi e Villeneuve conquistarono i primi due gradini del podio. Ma pur-troppo si trattò di un successo avvelenato dalla lotta fra i due piloti, incominciata per scherzo, per dare spettacolo, ma divenuta preoccupante: il box Ferrari, infatti espose un cartello con la scritta «slow», che significava «mantenere le posizioni». In quel momento era al comando Villeneuve, che smise di forzare fidandosi del compagno di squadra. Questi invece all’ultimo giro lo superò soffiandogli la vittoria. Gilles fu sconvolto dall’episodio, si sentì tradito e non rivolse più la parola a Pironi. Due settimane dopo, a Zolder, nelle prove del G.P. del Belgio, mentre tentava di abbassa-re il tempo stabilito sul giro da Didier, Gilles entrò in collisione con Mass e dopo un volo agghiac-ciante perse la vita.
Pironi vinse poi il G.P. d’Olanda, fu secondo in Gran Bretagna e terzo in Francia e andò in te-sta alla classifica mondiale. Ma nelle prove del G.P. di Germania, a Hockenheim, sotto la pioggia, tamponò Prost e andò a sbattere disintegrando la vettura. Sopravvisse miracolosamente ma ri-portò fratture molto gravi alle gambe e dovette dare l’addio alle corse. L’indomani la vittoria arrise a Patrick Tambay, ingaggiato dalla Ferrari al posto di Villeneuve. La 126 C2 era la migliore fra le vetture in lizza e anche Tambay avrebbe potuto battersi per il titolo, ma soffriva di penosi dolori al-la schiena e dovette saltare due gare. Campione del mondo divenne così Keke Rosberg (Williams-Ford Cosworth) mentre la Ferrari si impose fra i costruttori. Per la prima volta questa af-fermazione era conquistata da una monoposto azionata da un motore turbocompresso.
Fonte: Gianni Cancellieri, giornalista e storico dell’automobile.
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